Calcionetti di ceci
Quante volte ho ammesso di conoscere ricette e cibi della nostra tradizione, ma di averli apprezzati solo da adulta? Molte volte e, aggiungo, che anche la ricetta dei calcionetti di ceci fa parte di questa cerchia.
Quante volte ho ammesso di conoscere ricette e cibi della nostra tradizione, ma di averli apprezzati solo da adulta? Molte volte e, aggiungo, che anche la ricetta dei calcionetti di ceci fa parte di questa cerchia.
Io amo poco i cibi troppo lavorati, preferisco le preparazioni semplici, così come deve essere un panino, semplice nella preparazione, non nel gusto. Per questo motivo ho optato sulla semplice sfilettatura della spigola (che nel settentrione chiamate “branzino”) e nella sua veloce cottura alla piastra, senza aggiungere altro.
Non ricordavo il sapore di questo liquore finché la mia amica Patrizia non me lo offrì esattamente un anno fa, mentre ci salutavamo per il suo trasferimento. Non lo ricordavo perché di fatto non lo avevo mai assaggiato prima, dato che da anni era ormai scomparso dalla vetrina dei liquori di mia madre e prima ancora da bambina sarebbe stato impossibile provarlo.
Per questi piatti che fondono la terra al mare ho sempre avuto un debole. Se mi fermo a pensare a quante possibilità possano nascere combinando i prodotti dell’orto a quelli marini mi perdo, perché credo si tratti di un mondo sconfinato e per certi versi inesplorato per quante sfumature sia esso in grado di offrire.
Di spezzatini ce ne sono un’infinità di versioni, di maiale, di vitello, agnello, di pollo o coniglio, arricchiti con piselli, uova, pecorino, funghi e peperoni, ma tra tutti io preferisco quello di manzo e patate proprio per la ricchezza della salsa che le patate sciogliendosi nel pomodoro creano, regalando a qualche fetta di pane la possibilità di essere insaporita.
Ogni volta che scrivo di cibo percorro varie strade, che sia la ricerca dei ricordi legati ad una ricetta o la storia dei suoi ingredienti ad ogni modo faccio sempre un lungo viaggio tra i libri, nel web, nella mia storia personale.
Esiste un aneddoto secondo il quale la nascita delle crespelle in brodo, come tanti altri capolavori della cucina internazionale, sia da attribuire all’errore di un cuoco distratto.
Di questo cibo amo il fatto che abbia bisogno di più passaggi prima di essere cucinato a fuoco dolce. La sua ricchezza richiede pazienza e lentezza, proprio come tutte le cose che si desiderano di più, non trovate anche voi?
Sono molto legata a questa (non) ricetta, perchè mi fa tornare indietro nel tempo, mi fa incontrare di nuovo nella memoria persone meravigliose che hanno avuto un passaggio importante nella mia vita, regalandomi la propria conoscenza.
Quando ho scelto di proporre questa ricetta di casa, della quale ho un ricordo bellissimo, ho subito cercato di capire quale uva fosse la più adatta chiedendo notizie ai miei genitori.
Ricordavo i barattoli di mia madre approdare sulla tavola dopo cena, ma solo quando c’erano ospiti, in una cucina dove ci ritrovavamo tutti, adulti e bambini, nonché un cocker sotto il tavolo.