Crespelle in brodo
Esiste un aneddoto secondo il quale la nascita delle crespelle in brodo, come tanti altri capolavori della cucina internazionale, sia da attribuire all’errore di un cuoco distratto.
Ricette tradizionali e rivisitate della mia terra
Esiste un aneddoto secondo il quale la nascita delle crespelle in brodo, come tanti altri capolavori della cucina internazionale, sia da attribuire all’errore di un cuoco distratto.
Sono molto legata a questa (non) ricetta, perchè mi fa tornare indietro nel tempo, mi fa incontrare di nuovo nella memoria persone meravigliose che hanno avuto un passaggio importante nella mia vita, regalandomi la propria conoscenza.
Quando ho scelto di proporre questa ricetta di casa, della quale ho un ricordo bellissimo, ho subito cercato di capire quale uva fosse la più adatta chiedendo notizie ai miei genitori.
Ricordavo i barattoli di mia madre approdare sulla tavola dopo cena, ma solo quando c’erano ospiti, in una cucina dove ci ritrovavamo tutti, adulti e bambini, nonché un cocker sotto il tavolo.
Non ricordavo più quanto fosse bello preparare una ricetta che in passato, quando la mangiavo a casa dei miei, detestavo. Non apprezzavo le patate alla marinara perchè ero convinta che mancasse loro qualcosa… finchè anni dopo per caso ho scoperto quale ingrediente si fosse perso nel tempo in un passaparola antico che di cucina in cucina era arrivata a casa nostra.
In tutti questi anni grazie al mio blog sono cresciuta, ho conosciuto persone belle ma anche il contrario (il che non è male perchè aiuta a farsi le ossa e a credere di più nella propria onestà), ho fatto molte esperienze, sono stata assente o troppo presente insomma ho fatto un po’ come volevo perchè mi piace la libertà che il blog ogni volta mi regala.
Il mio secondo post per Taste Abruzzo mi ha spinto a preparare un cibo che non è mai approdato su questo blog, la carne. L’ho fatto perché volevo mettermi alla prova e soprattutto perché tengo a questa deliziosa ricetta abruzzese come ai miei ricordi legati alla Pasqua trascorsa per molti anni a casa dei miei genitori.
Il 3 febbraio si celebra San Biagio protettore della gola e qui, in Abruzzo, sono molti i paesi che invocano la sua benedizione attraverso la preparazione e il consumo collettivo di pani e dolci tipici. Questo cibo rituale assume forme e consistenze molto diverse da provincia a provincia.
Mia madre non è abruzzese, non le ho mai chiesto se conoscesse questa ricetta anche prima di sposarsi e venire a vivere dove siamo rimasti, ma questo piatto lo ha sempre cucinato magistralmente e sembrerebbe appartenerle da sempre.
Sta terminando un altro anno e per quanto non mi piaccia ammetterlo sono molto stanca. Durante questi mesi mi hanno accompagnato mille pensieri ma anche tante soddisfazioni e sogni che pian piano si stanno realizzando.
E’ già trascorso un anno da quando ho scattato queste foto nella redazione de “La Cucina Italiana“ eppure il ricordo di quella bellissima esperienza è ancora così vivido. Il soffione di ricotta che ho preparato nella cucina/redazione de “la Cucina Italiana” è quanto di più vicino all’immagine che ho di me in questo momento…