Fabrizio Camplone: la ricerca del gusto del territorio
Il gelato per me è sempre stato un affare molto serio.
In fatto di gusti sono sempre stata sicura e per anni il mio cono ha accolto solo il colore bianco, con l’eccezione di qualche sfumatura o qualche scaglia di cioccolato, non permettendo a nessuno di farmi cambiare idea.
Prima della degustazione abbiamo avuto la possibilità (io ed altri ospiti blogger) di fare molte domande sulle quali il maestro pasticciere ha delineato la sua storia.
Mentre lo lascoltavo guardavo il film della sua vita, il dettaglio dei suoi racconti mi faceva essere lì, dentro i suoi ricordi: il laboratorio di suo padre Tullio aperto nel 1957 in un locale dall’altra parte della strada, la decisione dopo le scuole e il militare di intraprendere lo stesso mestiere, la voglia di scoprire i segreti della pasticceria e poi gli studi a Parigi e la difficoltà di trasferire le novità apprese, una volta tornato a Pescara nel 1983, confrontandosi con gli storici collaboratori di suo padre.
Proprio da questo insieme sono nati i primi “Sapori d’Abruzzo“che trasferiscono gli ingredienti della nostra tradizione nel gelato, trasformando i dolci della pasticceria regionale in gusti.
Sembra strano immaginare che proprio il primo sia stato un gelato al pecorino e miele d’acacia, meno strano pensare che sia nato per contrastare nel 2000 la nascita del gelato al “puffo” che tanto indignò il maestro Camplone da spingerlo a rielaborare nuove idee e proporre un gelato legato al territorio.
Tra i Sapori d’Abruzzo ci sono anche la Presentosa (base di gelato alla crema, mandorle, amarena e torroncino), il Lattacciolo (dal dolce teramano simile al Creme Caramel detto “lattarola”), il Bocconotto e infine lo Zafferano dell’aquilano.
Tra questi Sapori d’Italia è possibile anche assaggiare ciclicamente (non sono tutti i giorni disponibili, gli speciali sono proposti due o tre alla volta a settimana): la Grappa (Friuli Venezia Giulia), la Mentuccia romana (Lazio), il Chinotto (Liguria), Amaretti di Saronno (Lombardia), il Verdicchio (Marche), Vin santo e cantuccini (Toscana) e infine Frutti di bosco (Trentino Alto Adige).